Di Emanuele Felice
Siamo in una fase drammatica della storia umana, la più grave dai tempi della Seconda guerra mondiale. Ma è proprio in momenti del genere che bisogna mantenere la lucidità: evitare di scadere nelle tifoserie e cercare, con intelligenza, una via di uscita.
La stella polare devono essere il diritto internazionale e i diritti umani. Sempre. Primo perché è giusto in sé. Secondo, perché è il modo migliore per evitare il peggio.
Nel dibattito italiano purtroppo su questo si fa molta confusione, specialmente a destra. Si azzardano paragoni storici che non hanno fondamento. Si dice, ad esempio, che i bombardamenti a tappeto sulla Germania nazista, lo sterminio indiscriminato di civili, erano il prezzo da pagare per abbattere il Terzo Reich. Ma non è così (i nazisti furono sconfitti militarmente) e anzi è vero il contrario: la distruzione delle città tedesche facilitò la propaganda dei nazisti, che poterono così dire che i loro nemici volevano l’annientamento della Germania e che l’unica soluzione era lottare fino alla fine (come fu). Dovremmo trarre insegnamento da quella esperienza: oggi l’uccisione indiscriminata di palestinesi facilita la propaganda di Hamas. È ovvio, a pensarci: i crimini più efferati spingono alla radicalizzazione. Esattamente come è avvenuto con l’attacco criminale di Hamas contro i civili israeliani. E forse è proprio questo quello che vuole Hamas.
A questa marea montante le forze raziocinanti, in Occidente e non solo, in tutto il mondo, hanno il dovere di opporsi.
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